IL RELITTO ROMANO DI BACOLI
di Eduardo Scognamiglio

Oggetto di questa breve nota sono le vicende e gli scarsi e sparsi resti provenienti da un relitto di nave romana naufragata al largo della Marina di Bacoli ( Napoli ) che, seppur ormai avulsi dal contesto originario, conservano tuttavia un valore documentario, essenziale ed affidabile, sia per quanto riguarda la cronologia che la natura del carico trasportato. Si tratta per lo più di anfore, di ceramiche di accompagno e di alcuni oggetti della dotazione di bordo.
Nessuno degli oggetti presi in esame proviene da scavi o da recuperi regolari : si tratta del frutto di recuperi clandestini e pertanto costituisce soltanto una minima frazione di ciò che è andato disperso. Pur con queste limitazioni, tali materiali conservano notevole interesse, giacché si è riusciti a localizzare il sito del relitto da cui provengono, a circa trenta metri di profondità, su un declivio fangoso antistante la Marina di Bacoli.

Alla fine degli anni '60, quando alcuni frammenti di anfore s'impigliarono nelle reti da pesca, ebbe inizio il saccheggio del carico che finì disperso nei mille rivoli del mercato clandestino. Progressivamente fu quindi asportato tutto lo strato superficiale del carico fino a che sul limo del fondo non restò più alcun materiale in evidenza ; così radicale poteva apparire il saccheggio da fare ritenere definitivamente compromesso e forse perduto per sempre anche quanto restava delle strutture dello scafo.

Nonostante la gravissima spoliazione cui è stato esposto per tanti anni, il relitto bacolese risulta però ancora in grado di restituire una larga messe di informazioni, tanto più se, finalmente, si condurranno indagini sistematiche nel sito che si è ora rintracciato.

A giudicare dal complesso dei materiali esaminati, il carico risulta costruito da anfore vinarie Dressel 2-4 attestate in due varianti, una delle quali caratterizzata dalla presenza di un bollo, impresso in cartiglio rettangolare ( cm. 4,5 X 1,4 ), che su una sola riga segna il nome LMNESIT, da sciogliere L ( uci ) Mnesit ( ei ).

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Almeno ad un primo spoglio, il bollo non risulta finora altrimenti attestato, ma la forma e l'analisi dell'argilla dei contenitori sembrano chiaramente indirizzare verso l'area pompeiana, come zona di produzione delle anfore e del vino in esse contenuto.

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Insieme alle anfore, dovevano fare parte del carico numerose tazze emisferiche del tipo Mayet XXXIII diffuso in epoca augusteo - tiberiana, ma altri reperti, che per l'unicità della loro attestazione meglio si adatterebbero ad essere considerati parte della dotazione di bordo, fanno ritenere che la datazione del relitto debba posticiparsi di qualche anno. E' ciò che suggerirebbe, ad esempio, la brocca monoasanta assimilabile alla forma Marabini L, ascrivibile ad epoca tardo tiberiana - primo claudia ed è ciò che ribadiscono gli altri reperti.

Tra questi, un'anfora Haltern 70 induce a ritenere il carico non posteriore alla metà del I sec. d.C. ed anche un esemplare di anfora Dressel 6 ed un'anforetta del tipo Pompei 36 del Mau depongono a favore di quest'ambito cronologico, consigliando una datazione all'età claudia, poco prima della metà del secolo.

Dal relitto provengono, inoltre, tre anelli di piombo, del tipo che di frequente si rinviene su relitti di navi da carico romane ed anche il catillus di una macina circolare di tipo manuale.

1 - Tazza emisferica - tav. I,A

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Esemplare integro. Su basso piede ad anello è impostato il corpo emisferico concluso da un altro bordo verticale senza labbro. Una solcatura segna l'inizio della parete verticale ed una seconda si trova all'interno, poco al di sotto dell'orlo. L'esterno presenta evidenti difetti di cottura. L'argilla, di impasto fine, è di colore rosato e priva di ingubbiatura.

Alt. Cm 5,5 ; diam. est. Bordo cm 9,9 ; diam, piede 4,5 ; spess, cm 0,2 ;

Tipologia : Mayet XXXIII

Datazione : epoca augusteo - tiberiana.

2 - Brocca monoansata - tav. I,B

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Esemplare integro. Il corpo globulare, rastremato verso il basso è concluso superiormente da un brevissimo collo svasato terminante con un orlo ad anello al quale va ad innestarsi la parte superiore dell'unica ansa a nastro. Al centro dell'ansa corre un cordoncino rilevato ; una solcatura si trova alla base del collo ed un'altra segna l'inizio della sottostante spalla convessa. L'argilla, di impasto fine, è rosata e priva di ingubbiatura.

Alt. Cm 19,3 ; diam. base cm 6,7 ; diam. max. cm 15,4 ; diam. max. orlo cm 13,3 ; largh. Ansa cm 1,8 ; spess. cm 0,4.

Tipologia : assimilabile alla forma << Marabini L >>

Datazione : epoca tardo tiberiano - primo claudia.

3 - Anfora Dressel 2-4, tipo A - tav. I,C

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Se ne conoscono quattro esemplari integri, con superficie esterna ruvida e frattura irregolare ; l'argilla presenta numerose piccole intrusioni ed è di colore bruno - rossiccio con macchie grigiastre.

Il labbro ( h. cm 2 ), piccolo e arrotondato, è meno rilevato rispetto a quello che caratterizza il tipo B e si imposta su un collo cilindrico che si attacca alla sottostante spalla per mezzo di un lieve risalto che è anch'esso un po' meno pronunciato rispetto a quello del tipo B.

Le anse, a doppio bastoncello, si pongono quasi ad angolo retto rispetto all'attacco superiore.

Alt. Totale cm 82 ; diam. interno della bocca cm 8,5 ; diam. est. dell'orlo cm 11 ; alt. dell'ansa cm 18 ; diam. max del corpo cm 34 ; alt. del puntale cm 7,5.

Datazione : entro la prima metà del I sec. d. C.

4 - Anfora Dressel 2-4, tipo B - tav. I,C

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Se ne conoscono quindici esemplari integri, un terzo dei quali col bollo LMNESIT impresso generalmente nella parte superiore dell'ansa ; in un caso il medesimo bollo appare su tutte e due le anse. Rispetto a quelle del tipo A queste anfore appaiono più slanciate e più affusolate nella parte inferiore, evidenziano un orlo maggiormente accentuato e le anse sono più rilevate rispetto all'attacco superiore. Differente è anche il puntale ( alto cm 9,5 ) che è conico e a fondo piatto.

L'argilla, di colore rosso cupo, è caratterizzata da numerose particelle nere inframmezzate da piccoli, luminosi inclusi bianchi che, assieme all'irregolarità della frattura, depongono convincentemente a favore di una provenienza pompeiana.

Alt. totale cm 88 ; diam. int. della bocca cm 8,5 ; diam. est. dell'orlo cm 11,5 ; alt. dell'ansa cm 19,5 ; diam. max. del corpo cm 32.

Datazione : entro la prima metà del I sec. d.C.

5 - Anfora Haltern 70 - tav. I,D

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L'unico esemplare recuperato è integro eccetto una piccola lacuna nella parte superiore del corpo. Argilla arancio - rosata con numerosi inclusi neri di piccole dimensioni e qualche rara particella bianca ; l'ingubbiatura è giallastra.

Alt. totale cm 85 ; diam. int. della bocca cm 13,5 ; diam. est. dell'orlo cm 16 ; alt. dell'ansa cm 16 ; diam. max del corpo cm 33,5 ; alt. del puntale cm 8,5.

Datazione : non oltre la metà del I sec. d.C.

6 - Anfora Dressel 6 - tav. I,E

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Se ne conosce un unico esemplare, lacunoso solo nel puntale. L'argilla, color nocciola, è a frattura irregolare e si conserva parte dell'ingobbio, parimenti nocciola con numerosi inclusi nerastri.

L'orlo è alto, a fascia lievemente svasata ed è distinto dal collo mediante un gradino pronunciato.

Alt. totale cm 101 ; diam. int. della bocca cm 12,5 ; diam. est. dell'orlo cm 15, 5 ; alt. ansa cm 24 ; diam. max del corpo cm 40,5 ; alt. puntale max. cm 12.

Datazione : metà del I sec. d.C.

7 - Anfora Pompei 36 - tav. I,F

Si ha notizia di un unico esemplare lacunoso delle anse, di parte del collo e del puntale. Questo esemplare, conservato in altezza per cm 41,5, appare ormai privo di ingobbio ed è caratterizzato da una argilla rossa dalla frattura irregolare.

Il collo è impostato su una spalla arrotondata e sfuggente ; il corpo affusolato è concluso da un puntale parzialmente cavo che doveva essere abbastanza allungato.

Diam. max. del collo alla frattura cm 7,2 ; diam. int. cm 5,2 ; diam. max. del corpo cm 19.

Datazione : epoca giulio - claudia.

8 - Macina - tav. I,G

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Elemento superiore ( catillus ) di una macina rotante in pietra lavica.

La faccia superiore presenta il consueto incavo a scodelletta delimitato da un ampio orlo obliquo e un foro circolare al centro ; sul margine è visibile l'intaglio ove era appoggiato il perno.

Alt. cm 13 ; diam. sup. cm 34 ; diam. infer. cm 38 ; diam. foro centrale cm 6.

9 - Anelli - tav. I,H

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Dal relitto provengono almeno tre anelli plumbei; hanno sezione tendente al triangolare. Quello più grande ha un diam. est. di cm. 13, un diam. interno di circa 8 cm. E spessore tra 2,1 e 2,5 cm; gli altri due hanno rispettivamente diam. est di cm. 6 e di cm. 7, con uno spessore variabile tra o,6 e o,8 cm.; il diam. int. è compreso tra cm. 4,1 e cm. 5,1.
Datazione: per l'associazione al carico bisogna pensare, nonostante l'estrema genericità dei reperti, ad una data entro la prima metà del I sec. d.C..

 
 

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