UN
NUOVO DOCUMENTO EPIGRAFO DALLA "VILLA DEI
PISONI" A BAIA di Nicolai Lombardo |
Le campagne di rilievo condotte nella
monumentale villa sommersa 130 metri a sud-est di Punta
dell'Epitaffio a Baia hanno consentito negli ultimi anni
di ricostruire un quadro chiaro delle sue rielaborazioni
architettoniche e funzionali. Ci soffermiamo, in questa
sede, sulla fistula plumbea, la cui iscrizione
riteniamo consenta di attribuire la più grande fra le
ville sommerse finora note nel golfo di Baia ad una ricca
e potente famiglia romana della tarda età repubblicana e
primo-imperiale (1). E' noto che molte delle personalità più influenti ebbero proprietà nei Campi Flegrei (2), ma finora, per quanto numerosi siano i monumenti conservati, non si è quasi mai riusciti ad abbinarli con i nomi dei proprietari. La nostra fistula rappresenta quindi un'eccezione; la sua acquisizione si annovera tra i frutti di un organico programma di ricerca e di lavoro i cui risultati vengono qui presentati (3). La conduttura fu rinvenuta ancora nell'alloggiamento originario, in posizione orizzontale, nell'angolo meridionale del vasto cortile della villa, subito ad est della curvatura meridionale dell'ambulacro sud-occidentale (fig. 1) (4) - Si conserva per una lunghezza di m 6,25 ed è formata da tre segmenti saldati tra loro (fig. 2) (5). La sua particolare importanza è data dalla presenza su di essa di tre bolli in rilievo, ancora perfettamente leggibili. Ciascuno di essi misura cm 11 di lunghezza e consta di una sola riga, costituita dall'iscrizione L(uci) PISONIS (fig. 3). Dall'esame paleografico è stato possibile collocare il reperto agli inizi del I sec. d.C., forse in coincidenza con il primo impianto della villa (6). Dal punto di vista struttivo, di questa prima fase oggi ben poco è visibile; nel tempo, in sintonia con quello che era l'uso comune a Baia, dove grosse somme venivano profuse per rielaborare costruzioni preesistenti, la villa subì numerosi rifacimenti. La fistula dunque è uno dei pochi elementi ancora rintracciabili del primo assetto della villa. E' noto che la presenza di un nome su di una fistula aquaria può avere vari significati. Principalmente può riferirsi all'officinator, l'artigiano che materialmente sistemava la rete idrica costruendo e saldando le varie tubature; può anche ricordare il nome del proprietario del fondo o della costruzione attraversati dalle stesse tubature e da esse servita. Riteniamo che il bollo vada interpretato in questo senso. In questo caso non sorprenderebbe l'omissione del gentilicium: per i Pisoni, ed in genere per le famiglie della nobilitas, era un uso abbastanza frequente (7). La villa sommersa al largo di Punta dell'Epitaffio apparteneva dunque ad un esponente della famiglia dei Calpurnii; Pisones (8). Ma chi è il Lucio menzionato dal bollo? Fra le varie fonti classiche relative a Baia, presenta notevole interesse un passo di Tacito (Ann., XV, 59); lo storico vi narra della congiura antineroniana del 65 d.C. e ricorda non solo i nomi dei vari congiurati guidati da C. Calpurnio Pisone, ma anche il luogo ove essa venne ordita: nella villa di Gaio apud Baias(9). Possediamo a questo punto una doppia serie di elementi: la fistula, databile agli inizi del I sec. d.C., con il nome di un L. Piso proprietario della villa nella quale è stata trovata in situ e il passo di Tacito relativo alla villa di Gaio Calpurnio Pisone capo della fallita congiura contro Nerone. Si pongono, di conseguenza, due ordini di interrogativi: esiste un legame stretto tra i due Pisoni? La villa sommersa dinnanzi alla Punta dell'Epitaffio è quella menzionata da Tacito? Gli elementi di cui si è in possesso fanno propendere per delle risposte affermative, giacché non si hanno altre indicazioni che lascino supporre l'esistenza nei Campi Flegrei di un'altra residenza di proprietà dei Pisoni (10). Veniamo dunque al nocciolo della questione: chi è Lucio, il cui nome è documentato dalla fistula di Baia? E' noto che quella dei Pisoni fu una famiglia assai ricca e molto articolata ma non perfettamente conosciuta; per taluni suoi esponenti risulta infatti alquanto problematico ricostruire gli effettivi legami di parentela. Lo stemma proposto dal Groag, per il periodo su indicato, presenta cinque personaggi candidati all'identificazione (11).In breve ne tracciamo i profili: - L. Calpurnius Piso Pontifex (12). Figlio del Cesonino, nacque nel 48 a.C. Fu console nel 15 a.C. e governatore della Pamphylia, quindi per tre anni fu impegnato a reprimere un'insurrezione in Tracia che gli fruttò gli ornamenti trionfali. Nel 2-3 a.C. ebbe il proconsolato in Asia e nel 13 d.C. fu preposto alla prefettura urbana fino alla morte nel 32. - L. Calpurnius Piso forse figlìo del Pontifex (13). Nato verso il 6 a.C., morì ancora pretorio in Hispania Citerior, nel 25 d.C.. - L. Calpurnius Piso Augur (14). Console nel I a.C., fu proconsole d'Asia nel 6 d.C. Accusato di maiestas nel 24, morì prima di essere giudicato. - Cn. Calpurnius Piso console nel 27 d.C. (15). Figlio di Cn. Calpurnius Piso, console nel 7 a.C., in seguito alla damnatio che colpì quest'ultimo, nel 20 dovette mutare il praenomen in Lucius. Nel 36-37 fu prefetto urbano, nel 38-39 proconsole in Africa. Lucio viveva ancora all'epoca di Vespasiano (16), - L. Calpurnius Piso (I 7). Figlio del console del 27, rivestì la medesima carica nel 57 con Nerone. Nel 60-63 fu curator aquarum; nel 68-69 rivestì il proconsolato in Africa. Infine, sospettato di aspirare al trono, fu ucciso nel 70. Il console dell'anno 27 si ritrova ancora sulla scena politica all'epoca di Vespasiano, come del resto suo figlio (18); essi non possono dunque prendersi in considerazione poiché, se vissero tanto a lungo, è chiaro che non ebbero legami con Gaio né tantomento con la sua proprietà a Baia. Le caratteristiche formali del bollo riportano poi ad età leggermente anteriore. Ben si colloca cronologicamente il probabile figlio del Pontifex, ma nessun ulteriore elemento ne conforta l'identificazione col nostro. L. Calpurnius Piso Pontifex, se si inserisce senza troppa difficoltà nel periodo del bollo, è in realtà una figura isolata ed anche i suoi più diretti congiunti sfuggono ad una sicura identificazione. Resta L. Calpurnius Piso Augur, il quale non sembra aver figli né legami col Gaio congiurato. Esiste però un'informazione, di Tacito (19), che consente di avanzare nella ricerca anche se solo per via ipotetica. Calpurnius Piso Galerianus (20), figlio di Gaio, era consobrinus di L. Calpurnius Piso console nell'anno 57. Purtroppo il termine è generico, ma ammettiamo dunque che i due siano stati cugini: ciò implica che anche i loro genitori dovettero essere a loro volta cugini o fratelli. Quindi il Caius congiurato e Cnaeus, poi Lucius, console nel 27, poterono essere cugini o fratelli. Se si sostiene questa seconda ipotesi si risale al comune genitore, Cnaeus Calpurnius Piso (21)senza alcun risultato utile per la nostra ricerca, ma anche se li si considera cugini si può ugualmente immaginare che i loro genitori fossero cugini o fratelli. In questo secondo caso, il padre di Cnaeus che poi divenne Lucius, ossia Cn. Calpurnius Piso, console nel 7 a.C., risulta essere fratello del padre di Caius il congiurato. Questa figura esiste. Nello stemma del Groag, fratello di Cnaeus risulta essere proprio L. Calpurnius Piso Augur, che dunque possiamo supporre essere stato padre di Caius (22). Avremmo quindi individuato il Lucius della nostra fistula e quali legami lo unissero al capo della fallita congiura antineroniana. Si può, con tali elementi, ricostruire anche la storia della villa baiana: edificata tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C. da L. Calpurnius Piso Augur, passò poi a Calus, il quale vi preparò la congiura che gli costò la vita e la confisca dei beni. E' ancora Tacito (XV, 52) a narrare quanto graditi fossero i bagni della villa di Gaio all'imperatore, il quale del resto aveva una sua dimora confinante con quella dell'ex amico. Ovviamente, la villa, che già poté subire delle ristrutturazioni sotto Gaio, incorporata nel demanio fu sottoposta ad una serie di trasformazioni; il nucleo originario sparì pian piano sotto sempre nuove soluzioni architettoniche. E'opportuno, infine, ricordare che il rinvenimento della fistula, con le conseguenze che ne derivano, può servire, di concerto con altre argomentazioni, a porre fine alla spinosa questione della localizzazione del sito dell'antica Bauli (23). Ebbene, con buona pace di quanti la pongono nei pressi di Punta dell'Epitaffio, le parole di Tacito sono chiare: la villa di Pisone si trova a Baia ed è lì che la si è rinvenuta, 130 metri a sud-est di Punta dell'Epitaffio. |
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