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La chimica del restauro                      Prof Ezio Martuscelli

 

 

la chimica del restauro               Il patrimonio culturale rappresentato dal costruito (edifici, monumenti, reperti archeologici, ecc.) e dai manufatti lapidei (sculture, mosaici, bassorilievi, ceramiche, stucchi, fregi, ecc.) costituisce una testimonianza di grande rilevanza per delineare l’evoluzione culturale, sociale ed economica e la storia di popoli e nazioni.
I materiali litoidi non sono immuni da processi degradativi naturali ( fisici, chimici, biologici, ecc.) la cui velocità e tipologia sono fortemente dipendenti dalla natura dei componenti costitutivi e dalle caratteristiche dell’ambiente circostante (sostanze chimiche inquinanti, umidità, sali, escursioni termiche, sollecitazioni meccaniche, ecc.).
Per le ragioni di cui sopra periodicamente gli edifici, i monumenti, le sculture, gli oggetti in pietra, ceramica e terracotta, di interesse artistico, culturale e storico, debbono essere necessariamente sottoposti a procedure di manutenzione e di restauro conservativo al fine di rallentare l’insieme dei processi di deterioramento, naturali e di natura antropica, a cui, inevitabilmente, sono interessati.
A partire dalla fine degli anni 50 del secolo scorso, lo straordinario sviluppo della scienza delle macromolecole di sintesi ha portato alla industrializzazione e alla immissione sul mercato di una vastissima gamma di materiali polimerici con caratteristiche applicative che hanno riguardato un numero di settori sempre maggiore.
Risalgono, intorno al 1960, i primi tentativi di utilizzare prodotti, a base di polimeri “man made”, quali agenti consolidanti, adesivi, di supporto, di lavaggio e di protezione per varie tipologie di beni culturali (pietre, legno, tessili, libri e materiali di archivio,vetri, dipinti, affreschi, mosaici, stucchi, ecc.). Attualmente un numero rilevante di formulazioni a base di prodotti macromolecolari viene impiegato nelle operazioni di recupero e protezione del costruito e dei manufatti lapidei.
Nella presente pubblicazione si riporta un’analisi concernente l’impiego dei polimeri di sintesi nelle varie fasi del restauro conservativo di opere murarie, monumenti e manufatti in pietra, con particolare riguardo alle procedure di consolidamento e di protezione superficiale.
L’opera è stata concepita con l’obbiettivo di correlare le caratteristiche molecolari, chimiche, fisiche e strutturali dei materiali polimerici con le proprietà che essi, sia come consolidanti che come idrofobizzanti, sono capaci di indurre ai substrati lapidei oggetto di trattamento di restauro conservativo.

 

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