I classici

 

 

PhilosophiaeNaturalis Principia Mathematica

sir Isaac Newton, 1687

Principi Matematici della filosofia naturale

 

Unanimemente considerato una delle più importanti opere del pensiero scientifico, in essa Newton enunciò le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale.


I Principia consistono in tre libri:

- De motucorporum (Sul movimento dei corpi) è un'esposizione delle definizioni dinamiche di base (le tre leggi del moto) e delle conseguenti deduzioni basate su di queste. Inoltre contiene le risoluzioni a varie questioni che hanno a che fare con la dinamica.

- De motucorporum, diviso in due per via della relativa lunghezza, contiene varie applicazioni della dinamica come la descrizione matematica del moto di un corpo in un mezzo resistente e un calcolo della velocità del suono.

- De mundi systemate (Sul sistema del mondo) è un saggio sulla gravitazione universale che oltre a spiegare la legge di gravitazione applica le leggi stabilite nei libri precedenti al sistema solare come la trattazione delle irregolarità dell'orbita della luna, la derivazione delle leggi di Keplero e il movimento delle lune di Giove, delle comete e delle maree.

E’ interessante notare come, nonostante l’opera risalga a più di 3 secoli fa, le definizioni date da Newton nei Principia siano le stesse che possiamo trovare oggi nei moderni e attuali libri di testo (come la ‘massa’, definita come la quantitasmateriae di un corpo e la quantità di moto ( quantitasmotus,) il prodotto della massa del corpo per la sua velocità

 

Proprio per questo, i Principia è definito una pietra miliare della fisica e delle scienze in generali, precursore e fondamenta dell’immenso sviluppo ottenuto negli ultimi secoli.

 

 Importanti biblioteche pubbliche di tutto il mondo conservano una copia dell'edizione originale dei Principia di Newton:

 

1.        Wren Library del Trinity College di Cambridge: copia contenente le correzioni autografate di Newton per la II edizione del 1713

2.        Whipple Museum of the History of Science di Cambridge: copiaappartenuta a Robert Hooke

3.        Fisher Library dell’Università di Sidney: copia annotata da un matematico di incerta identità

4.        Pepys Library in Magdalene College, Cambridge: copia di Samuel Pepys della III edizione

5.        Martin Bodmer Library: copia annotata da Leibniz

 

In Italia sono state finora censite 8 copie, tra cui quelle della Biblioteca Nazionale di Firenze, della Nazionale di Napoli, della Estense di Modena e dell’Alessandrina di Roma

 



                                     

Dialogo dopra i due massimi sistemi del mondo

Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo

Galileo Galilei, 1632.

Dialogo si presenta, nonostante la lettera nicodemica (ovvero   l’apparente adeguarsi alle opinioni dominanti della propria epoca) iniziale, come una confutazione del sistema tolemaico-aristotelico a favore di un sistema copernicano, benché le teorie moderne rivelino l'inesattezza della dimostrazione galileiana sulle maree.Si pone però come un importante scritto filosofico all'interno di quella che sarà l'imminente rivoluzione scientifica, conciliando linguaggio e semplicità divulgative e ponendosi come base per l’introduzione del Metodo scientifico (o galileiano).

 

 

   

Il Dialogo si svolge lungo l'arco di quattro giornate:

-Giornata prima: confronto iniziale tra sistema copernicano (eliocentrico) e aristotelico-tolemaico (geocentrico).

- Giornata seconda: il moto di rotazione giornaliera della Terra con particolare interessa alla (non) percezione dell’uomo di tale fenomeno, paragonato all’analoga situazione all’interno di una barca in movimento

- Giornata terza: discussione sulle alte e basse maree, evidenza fisica del sistema copernicano in generale e del moto terrestre in particolare.

- Giornata quarta: è dedicata interamente all'argomento del flusso e reflusso del mare, considerato erroneamente da Galilei come vero e proprio elemento probatorio dell'ipotesi copernicana.

 

 

« Io qui direi quello che intesi da persona ecclesiastica costituito in eminentissimo grado cioè l'intenzione dello Spirito Santo essere di insegnarci come si vadia al cielo, e non come vadia il Cielo. »

Con Galilei arriva a conclusione quel tema che aveva attraversato tutta la filosofia medioevale,l'intellectusfidei: il rapporto tra ragione e fede. Tra la natura e la Scrittura, sostiene Galilei, non ci può essere contraddizione poiché derivano ambedue da Dio, somma verità; ma quando questo contrasto sembra esserci, si deve mettere in dubbio la Scrittura perché la natura segue le sue leggi e non si preoccupa di farsi capire da tutti: al contrario, la Scrittura si esprime in modo da farsi intendere anche dagli uomini più semplici. La Scrittura rimane comunque indiscutibile quando tratta di fede ma è essa che va interpretata alla luce delle verità scientifiche e non viceversa; non si può cambiare la natura perché è in contrasto con la Scrittura: è questa che si deve adattare alle limitate capacità della comprensione umana.






il chimico scettico

The Sceptical Chymist:

or

 Chymico-Physical Doubts &Paradoxes
 Robert Boyle, 1661

Nel testo, scritto sottoforma di dialogo, viene proposta l’ipotesi: la materia è formata da particelle in movimento e le collisioni provocano cambiamenti e trasformazioni  .  Boyle confuta con lavori sperimentali ( metodo scientifico)  l’ idea aristotelica dei quattro elementi ( terra,aria, acqua e fuoco) e dei i principi alchemici  sale, mercurio e  zolfo. 

 

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L’opera è una pietra miliare  per la nascita della chimica come scienza, sottolineando e utilizzando  la verifica  sperimentale  in accordo con il metodo scientifico di Galilei, le teorie vanno confermate, non è sufficiente per interpretare correttamente le cause dei fenomeni l’osservazione e la logica come sostenevano gli aristotelici o le idee esoteriche degli alchimisti ribadì l’importanza di distinguere ciò che si sa essere vero da ciò che si suppone lo sia. Boyle indica i requisiti di una buona ipotesi:

‘che sia intelligibile’

‘che non contenga niente di impossibile o assurdo’

‘che sia coerente con se stessa’

‘che sia adatta e sufficiente a spiegare i fenomeni, in particolar modo i principali’

‘che non contraddica nessun altro fenomeno naturale noto ‘.

 

I personaggi del Chimico Scettico sono oltre al narratore “io”, quattro personaggi: Temistio (sostenitore di Aristotele), Filipono (seguace di Paracelso, medico e chimico svizzero del XVI secolo, fautore della “teoria dei 3 elementi primi”, secondo la quale le  qualità di un corpo erano spiegate con la composizione degli elementi primi: sale, mercurio e zolfo), Carneade (lo stesso Boyle) ed Eleuterio, un libero pensatore.

Boyle , nella prima parte dell’opera , confuta le teorie aristotelica e alchemica di Paracelso che la materia sia formata solo dagli quattro elementi aristotelici o dai principi di Paracelso, ma che era necessario indagare  sperimentalmente nella ricerca di nuovi elementi per  spiegare la natura dei fenomeni, inoltre  rifiutò che il metodo di analisi tradizionalmente utilizzato per l’analisi e decomposizione  delle sostanze in elementi non era corretto, dimostrò infatti per via sperimentale che il fuoco in molti casi ricombina gli ingredienti dei corpi invece di separarli.   Poi  Boyle propone una teoria corpuscolare :la materia viene ‘divisa in parti per effetto del moto; queste parti sono necessariamente dotate di dimensione, forma e movimento o quiete’;

 

A chi aveva convinzioni profondamente radicate, Boyle ribadì l’importanza di distinguere ciò che si sa essere vero da ciò che si suppone lo sia


Trattato di CXhimica Lavoisier

Traité Élémentaire de Chimie
A.Lavoisier, 1789

 

Il trattato elementare di chimica venne pubblicato in Francia  nel 1789, consistente in 2 volumi e successivamente tradotto in Italia nel 1791 in 4 tomi.

Il testo può essere considerato come il primo libro moderno di chimica ed è per questa opera che si attribuisce la paternità della chimica moderna a Lavoisier.

 

Il Traité Élémentaire de Chimie (Trattato di chimica elementare),è considerato il primo moderno libro di chimica con una visione unificata delle nuove teorie.

 

-legge della conservazione della massa Si parte con una chiara formulazione della , una controtendenza rispetto alle idee in vigore all’epoca. «Rien ne se perd, rien ne se crée» ("Nulla si perde, nulla si crea").

 - definizione di elemento come sostanza semplice che non può essere scomposta da nessun metodo conosciuto dell'analisi chimica,  arrivando pertanto ad una formulazione di composti chimici (descritti in ‘Méthode de nomenclature chimique’) a partire degli elementi riportati in una  lista che ne comprendeva circa 30, tra cui anche luce e calorico che credeva essere sostanze materiali

- negazione del flogisto viene confutata  la teoria del flogisto, teoria elaborata nel XVII secolo con l’intento di spiegare i processi di ossidazione e combustione, in cui veniva appunto prodotta questa sostanza denominata ‘flogisto’ (dal greco, fiamma), misterioso principio d’infiammabilità:

 

                                calce + flogisto → metallo 

 

                               metallo   calce + flogisto

 

Tale teoria fu confutata da Lavoisier con esperimenti quantitativi   e  sostituì quella che era definita aria deflogisticata, con oxygine, nuovo elemento contenuto nella sua lista

 

- una teoria della formazione dei composti chimici a partire dagli elementi. In aggiunta stilò una lista di elementi ossigeno, azoto, idrogeno, fosforo, mercurio, zinco, e zolfo.

« Alla folla è bastato un solo istante per tagliare la sua testa; ma alla Francia potrebbe non bastare un secolo per produrne una simile. »

J..L. Lagrange sull’esecuzione di Lavoisier


 elementi Lavoisier

 

 definizione di elemento di  Lavoiser   « Se noi attribuiamo al nome di elementi o di principi       dei corpi l'idea dell'ultimo termine al quale giunge l'analisi, tutte le sostanze che non abbiamo potuto decomporre con alcun mezzo sono per noi elementi; non che noi possiamo essere sicuri che questi corpi semplici non siano essi stessi composti di due o anche di più gran numero di principi, ma poiché questi principi non si separano mai o, piuttosto, poiché noi non abbiamo alcun mezzo per separarli, essi agiscono nei nostri confronti come dei corpi semplici, e noi non dobbiamo supporli composti fino al momento in cui l'esperienza e l'osservazione non ce ne abbiano fornito la <prova>

                   
 
                   
 
dalton new system of  Chemical Philosophy

New System of Chemical Philosophy

di
 J.Dalton , 1808

 

 J. Dalton popone la teoria atomica della materia

 

Il trattato definito “un nuovo sistema della filosofia chimica”, è diviso in due parti:  la prima nel 1808 e la seconda due anni dopo. Scritto in prima persona sotto forma di diario, nel quale sono contenuti tutti i ragionamenti effettuati da Dalton ed eventuali apprezzamenti dello stesso verso altri scienziati dell’epoca. 

 

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 Le premesse teoriche dell’elaborazione della teoria atomica:

       1 Leggi di Newton;

       2 Studio dei volumi dei gas e calcolo dei pesi relativi;

       3  Legge delle proporzioni nelle combinazioni chimiche*;

       4  Legge di Dalton sulle pressioni parziali**;

 

 La teoria prevede 5 punti fondamentali:

●       Tutta la materia è fatta da particelle microscopiche indistruttibili e indivisibili chiamate atomi.

●       Tutti gli atomi di uno stesso elemento sono identici e hanno uguale massa.

●       Gli atomi di un elemento non possono essere convertiti in atomi di altri elementi.

●       Gli atomi di un elemento si combinano, per formare un composto, solamente con numeri interi di atomi di altri elementi.

●       Gli atomi non possono essere né creati né distrutti, ma si trasferiscono interi da un composto ad un altro.

 

La teoria si trova in accordo con

la legge di conservazione della massa (formulata da Lavoisier alcuni anni prima)

 

la legge delle proporzioni di definite di Proust.

 

Legge di Dalton delle proporzioni multiple: se due elementi si combinano tra loro, formando composti diversi, le quantità di uno di essi che si combinano con una quantità fissa dell'altro stanno fra loro in rapporti razionali, espressi da numeri interi e piccoli.”

legge delle pressioni parziali di Dalton: quando due o più gas, che non reagiscono fra loro, sono contenuti in un recipiente, la pressione totale del loro miscuglio è uguale alla somma delle pressioni che ogni gas eserciterebbe se occupasse da solo tutto il recipiente.”

 

 Dalton , forse, sviluppò la sua teoria atomica dall’osservazione sperimentale di quelli che lui chiamava “fluidi elastici”, oggi conosciuti come vapori, che egli considerava costituiti da particelle, si doveva spiegare perchè un fluido si dilata ( forze repulsive) e la mescolanza di fluidi diversi ( nessuna interazione)

 

si simboli atomici di DAlton

gli atomi degli elementi sono rappresentati da cerchi e differenziati con semplici elementi geometrici punto, segmenti…,  i composti dai segni degli elementi legati

 

elementi e composti Dalton


Dalton pubblicò una serie di articoli dal titolo "Saggi sperimentali sulla costituzione di gas misti; sulla pressione del vapore e di altri vapori a diverse temperature, sia nel vuoto che nell'aria; per evaporazione; e sulla dilatazione termica dei gas ". Nei suoi articoli descrive gli esperimenti condotti per scoprire con certezza la pressione del vapore in vari punti tra 0 e 100 gradi Celsius. Dalton fece osservazioni delle pressioni di vapore di sei diversi liquidi e concluse che la variazione della pressione di vapore per tutti i liquidi è equivalente, per la stessa variazione di temperatura, calcolata dal vapore di una data pressione. Queste scoperte furono l'inizio essenziale della sua teoria atomica.

manodcitto teoria atomica

Manoscritto della Teoria atomica


John Dalton divenne segretario della Manchester Literary and Philosophical Society nel 1800 (di cui facevano parte numerosi altri scienziati, divenuti poi celebri per il loro contributo alla scienza). Società che favorì le ricerche le pubblicazioni

Purtroppo, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’edificio della Manchester Literary and Philosophical Society fu distrutto (24.12.1940), portando alla perdita di molti dei manoscritti originali che condussero alla formulazione della teoria atomica.

i

lit & phil

 

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trattato di chimica di berzelius

Trattato di chimica

di
 J.J. Berzelius, 1830.

 

 A Berzelius va il merito di aver scoperto alcuni elementi  chimici quali Cerio, Silicio, Selenio e Torio,, di aver proposto i simboli degli elementi e le regole della nomenclatura ancora oggi usata.  

Il Trattato di chimica di J.J. Berzelius è un libro pubblicato e successivamente tradotto nel 1830 in 4 tomi, ciascuno diviso in due parti. Il trattato tradotto è stato pubblicato sia a Napoli che a Venezia da editori differenti.

 

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“La Chimica è la scienza che fa conoscere la composizione dei corpi, e la maniera con cui si comportano gli uni riguardo gli altri. Non è molto che essa prese un posto tra le Scienze, e in gran parte essa è debitrice della sua origine ai tentativi per far dell’oro. Il suo nome è di origine araba. A un tempo esso portava il nome di Alchimia; ma non adoprasi più qdi questa parola presentemente che per esprimere l’arte di far dell’oro. Al è l’articolo degli arabi, in guisa che alchimia significa semplicemente la chimica. Varie scienze, arti e mestieri sono basati quasi unicamente sulla chimica, che, tra tutte le scienze, è quella di cui si fa un maggior numero di applicazioni ai bisogni della vita.”

Con questa definizione di Chimica  esordisce nel suo trattato, ponendola come prerogativa per le sue definizioni e sviluppi successivi.

A Berzelius va il merito di aver scoperto alcuni elementi della Tavola Periodica, quali Cerio, Silicio, Selenio e Torio, dell’introduzione del concetto di chimica organica (sebbene egli credesse nella teoria della “Vis Vitalis”, una forza misteriosa prerogativa degli organismi viventi ) e di aver dato origine alla simbologia degli elementi così come la conosciamo, introducendo una sigla per ogni atomo ed un apice per indicare il numero di atomi nel composto.

Nella prefazione del Trattato di chimica viene fatto notare come sia necessario far nascere negli studenti la curiosità senza però soddisfarla immediatamente, in maniera tale da alleggerire lo studio ed incuriosire sempre più. Inoltre viene fatto notare come lo studio della chimica sia ormai imprescindibile da quello della fisica, infatti, nonostante vi sia una breve introduzione ai fenomeni fisici, viene presupposto che gli studenti abbiano già delle nozioni di fisica. Infine Berzelius suppone che che la “filosofia corpuscolare” e le “interazioni elettriche” confluiranno in un’unica teoria in futuro.

Nei primi due tomi del testo, viene presentata in maniera dettagliata la chimica inorganica conosciuta all’epoca, con un’introduzione nella prima parte del tomo 1 riguardante la nomenclatura, che è difatti la nomenclatura tradizionale tutt’oggi utilizzata e che viene posta prima di qualsiasi altro concetto chimico, e le “sostanze semplici imponderabili” quali luce, calorico, elettricità etc.

La discussione procede con un’analisi dettagliata dei metalloidi (12), dei metalli “elettropositivi” (31) e elettronegativi” (9). Nonostante non ci sia una definizione precisa di acido all’interno del testo, Berzelius li suddivide in  ossoacidi e idracidi, quest’ultimi a radicale semplice (i classici acidi alogenidrici) o a radicale composto (gli attuali acidi carbossilici). Un particolare notato è che questi acidi sono meno forti dei loro corrispettivi minerali, nonostante “colorino la cartina al tornasole”.

Con il terzo tomo Berzelius introduce il concetto fondamentale di Chimica Organica come chimica degli esseri viventi. Tuttavia secondo il chimico svedese “Nella natura organica gli elementi sembrano obbedire a leggi affatto diverse che nella natura inorganica; i prodotti risultanti dall’azione

reciproca di questi elementi differiscono quindi da quelli che ci offre la natura inorganica. Scuoprendo la causa di questa differenza ,si avrebbe la chiave della teoria della chimica organica. Ma questa teoria ci è talmente nascosta  che non abbiamo speranza alcuna di svelarla in niuna guisa, almeno finora.”. Inoltre, gli esseri viventi vengono definiti dei laboratori chimici i cui prodotti sono quella che noi definiamo vita. Un corpo organico è caratterizzato da “un principio ostensibile, seguito dal suo sviluppo, dalla sua decadenza e dalla sua distruzione; mentre il corpo inorganico esisteva prima di noi, e continua ad esistere, per modo che, non soggiacendo a decomposizione chimica, sussisterà sempre.”

 

Il tomo procede con l’introduzione alla chimica vegetale (dominata da carbonio, idrogeno e ossigeno), sia nella prima che nella seconda parte, per poi passare all’introduzione della chimica animale (dominata da carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto, con una presenza minoritaria di altri elementi), i principali apparati del corpo umano ed alcuni animali, mentre nella seconda parte è presente un glossario dei termini utilizzati e delle principali apparecchiature e/o tecniche di laboratorio, con tanto di schemi finali.


annali

Articolo

di
 J.J. Berzelius, 1830.

in Annals of Philosophy, or Magazine of Chemistry, Mineralogy, Mechanics, Natural History, Agriculture and the Arts 2 (II), pp. 276-284 and 357-368, 1813 

 

  

 ...simboli  chimici dovrebbero essere lettere, per la maggior facilità di scrittura e non deturpano un libro stampato. Anche se questa ultima circostanza potrebbe non essere di una certa importanza, che dovrebbe essere evitato ogni volta che si può fare. Prenderò dunque, per il simbolo di chimico, il lettera iniziale del nome latino di ogni sostanza elementare: ma come molti hanno la stessa lettera iniziale, devo a distinguerli nel modo seguente: - 1. Nella classe che io chiamo metalloidi, io devo impiegare la lettera iniziale solo, anche quando questa lettera è comune il metalloide e del metallo. 2. nella classe dei metalli, io devo distinguere quelli che hanno le stesse iniziali con un altro metallo, o un metalloide, scrivendo le prime due lettere della parola. 3. se le prime due lettere essere comune ai due metalli, in tal caso, aggiungerò alla lettera iniziale la prima consonante che hanno non in comune: ad esempio, S = zolfo, Si = silicio, St = stibium (antimonio)[2], Sn = stannum (tin), C = carbonicum, Co = c obaltum (cobalto), Cu = cuprum (rame), O = ossigeno, Os = osmio & c

 

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elementi di filosofia chimica Davy

  Elementi di filosofia chimica

       
                 
di Humphry Davy,1814

 

 

 

Chimico inglese a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, è considerato uno dei padri fondatori dell’elettrochimica; membro e successivamente presidente della Royal Society, anche Professore presso la Royal Institution della Gran Bretagna

ll trattato, diviso in 2 Volumi (ognuno suddiviso in 3 e 4 Divisioni rispettivamente), è ricordato come fondamentale nella storia della chimica poiché vengono in esso sviluppati metodi elettrochimici(elettricità e pile come quella di Volta), atte a separare sali in soluzioni (moderna elettrolisi, studiando anche le Energie coinvolte in tale separazione) e Sali fusi con formazione di metalli (Na e K, scoperti proprio grazie ai suoi metodi di separazione, nel 1807; Ca, Sr, Ba, Mg, B nel 1808).

 

 

 

Chimico inglese a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, è considerato uno dei padri fondatori dell’elettrochimica; membro e successivamente presidente della Royal Society, anche Professore presso la Royal Institution della Gran Bretagna

 

Il trattato, diviso in 2 Volumi (ognuno suddiviso in 3 e 4 Divisioni rispettivamente), è ricordato come fondamentale nella storia della chimica poiché vengono in esso sviluppati metodi elettrochimici(elettricità e pile come quella di Volta), atte a separare sali in soluzioni (moderna elettrolisi, studiando anche le Energie coinvolte in tale separazione) e Sali fusi con formazione di metalli (Na e K, scoperti proprio grazie ai suoi metodi di separazione, nel 1807; Ca, Sr, Ba, Mg, B nel 1808).

Prefazione.

Speculazione filosofica Il primo volume del trattato ha un’ ampia  prefazione, Davy riporta il lungo cammino della scienza chimica dalle speculazioni filosofiche antiche alle teorie moderne . I cambiamenti  dei corpi hanno una spiegazione mitologica e speculativa per i sacerdoti egiziani, la fertilità delle zone alluvionate dal Nilo faceva concepire l’acqua origine delle varie forme della materia.   Questo dogma caratterizza la prima scuola dei Greci. Per Talete di Mileto l’acqua è l’origine di tutte cose.“ La filosofia greca , pur essendo speculativa, ha il grande merito di sostituire alla conoscenza del mito, la ricerca delle cause . Alchimia  Il giudizio sugli alchimisti è pacato, negativo sul linguaggio ermetico e sui principi, viene   riconosciuto il merito di aver sviluppato metodi pratici  utili ai chimici , cita Bacone, assertore dell’esperienza*, che paragona gli alchimisti a quei lavoratori che convinti di un tesoro celato sotto terra,  rivolgono e dividono il suolo rendendolo fertile. [ bacone*]

 La nomenclatura  chimica proposta dai chimici francesi è accolta dai chimici inglesi , con alcune eccezioni per i nomi di composti che implicano errori nella composizione  Per la  nomenclatura degli ossidi viene accettata  la proposta di  Thomson , che fa   precedere Il nome di ossido da prefissi trattid ai nomi dei numeri in greco  : deutossido, triossido, tetrossido  quando i corpi contengono 2, 3, 4 proporzioni di ossigeno

Introduzione

Oggetto della filosofia chimica è la ricerca dei vari fenomeni naturali quando una materia si trasforma in un'altra e la  scoperta delle leggi  che li governano

Principi di ricerca Basi  della scienza  sono l'osservazione , l’esperienza e l’analogia.. L’osservazione guidata dall’analogia conduce all ’esperienza.

“Questi principi di ricerca sono stati adottati di recente e hanno dato grandi risultati ala filosofia chimica: le più belle scoperte e i regolamenti teoretici più felici.”

Nota i termini utilizzati sono quelli dell’autore , con lo sviluppo della scienza chimica sono stati modificati ad esempio corpi (composti) contengono 2 3 4 proporzioni (numero di atomi nella molecola di ossigeno.

Considerazioni sui progressi  della scienza,

I processi chimici  conosciuti dalle civiltà antiche-:la metallurgia, la tintura , la lavorazione del vetro ,della porcellana, arti che erano indipendenti l’una dall’altra senza cognizioni generali, hanno principi e leggi in comune.

 

 

 

Il 1° volume, “Sopra le leggi dei cangiamenti chimici, sopra i corpi decomposti e sopra le loro primarie combinazioni”, diviso in 3 Divisioni:

1.       Sulle forze e proprietà della materia e sopra le leggi generali de’ cambiamenti chimici: Costituzione della materia; Forze di gravitazione, coesione e calore (repulsione calorifica); Leggi chimiche di attrazione, combinazione e decomposizione; Leggi elettriche di attrazione e repulsione

2.       Della materia raggiante o eterea: Effetti nella produzione di fenomeni della vista, della produzione del calore e dei cambiamenti chimici

3.       Delle sostanze indecomposte empiree (brucianti) o che mantengono la combustione, e delle loro mutue combinazioni

Nella prefazione l’autore riporta una breve storia della chimica,

Oltre a Proprietà e forze della materia, a leggi chimiche ed elettriche, si trovano in tale volume anche definizioni che saranno la base  per gli sviluppi successivi, come quella della Temperatura: “facoltà che possiedono i corpi di comunicare/ricevere calore, ovvero Forza di repulsione; quantitativamente alta o bassa in base alla contrazione o alla dilatazione delle sue parti. Misurabile con il termometro.”

E’ inoltre definito di particolare importanza il ruolo dell’acqua: “in molte soluzioni, riguardo all’insieme degli elementi impegnati in una combinazione di chimica, la loro separazione non dipende solo dall’attrazione delle loro parti, ma anche come l’acqua vi agisce.”

Come già accennato, è anche sottolineato lo sviluppo della Chimica e delle condizioni a cui possa essere studiata in maniera ottimale: “è necessario avere idee riguardo alle Forze costantemente in azione, come l’affinità (senza, la chimica sarebbe senza guida, senza combinazioni certe, precludendo la possibilità di condurre analisi). Fortunatamente, i cangiamenti del ciclo degli avvenimenti terrestri (data la disposizione dei cieli e dei movimenti dei pianeti) porta il carattere dell’uniformità e della semplicità, pertanto sono applicabili metodi per calcolarli e misurarli, con loro conseguente ordine e scoperta delle Leggi che li regolano”.

Vengono, alla fine del primo volume, date le prime definizioni di elettricità, conduttori, elettrizzazione e strumenti (pila di Manchester)

 

Il 2° volume è concentrato sulle materie trattate, com’è possibile notare dalle 4 Divisioni che lo caratterizzano:

1.       Delle sostanze combustibili indecomposte (modificabili non metalliche) e le loro combinazione coll’ossigeno e clorino, o tra di loro

2.       Dei Metalli, combinazione reciproche e binarie con altri corpi indecomposti: Sodio, Potassio

3.       Di alcune sostanze di cui non si conosce ancora con certezza la natura

4.       Su Analogie tra sostanze indecomposte; idee teoretiche sulla loro natura; mezzi per disunirle e relazioni tra i loro composti

 

 

Ciò che si nota in tale testo è il modo in cui Davy vede la natura e il suo aspetto fenomenologico: se si era abituati (e spesso lo si è tutt’oggi) a partire dalla base, dal piccolo, fino ad arrivare al complesso, qui si può vedere come sia possibile ed intrigante agire a ritroso (partendo dai Sali minerali)

Altra osservazione interessante da poter notare è che, come in tutti i testi di allora, manca il linguaggio chimico: è possibile notare infatti la completa assenza di formule e schemi, salvo alcuni modelli di pile all’epilogo del volume e tavole di riepilogo dei conduttori (simile alle moderne tavole di Potenziali elettrochimici)

potenziali pila